Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.
In Giappone c'è una caffetteria molto particolare in cui è possibile viaggiare nel tempo. Per farlo però ci sono regole molto rigide da seguire, del tipo: il presente non può essere cambiato in alcun modo, si posso incontrare solo persone che sono state nella caffetteria, ci si deve sedere in un posto particolare e il tempo a disposizione termina quando si raffredda il caffè. Si ha solo un tentativo a disposizione e a causa di tutte queste regole molte persone hanno presto abbandonato l'idea di tornare indietro nel tempo. Ma ci sono altre molto determinate a rivivere un momento delle loro vite anche se per pochi minuti, anche se quello che avranno da dire o che potranno fare non cambierà affatto il loro presente.
Finché il caffè è caldo si compone di quattro capitoli, quattro storie focalizzate su persone diverse ma tutte collegate fra loro. Incontriamo Fumiko, una giovane ragazza il cui fidanzato è partito per l'estero lasciandola sola; Kōtake che non vuole abbandonare il marito durante la malattia; Hirai che evita in tutti i modi la sorella, e poi ci sono le persone che lavorano nella caffetteria. Se inizialmente sembrano solo spettatori ignari dei drammi della gente, poco alla volta si scoprono come una famiglia per tutte quelle persone che stanno attraversando un momento difficile. Ciò che alla fine accomuna tutti gli essere umani sono i sentimenti e qua se ne parla in maniera molto profonda. Si inizia con una storia quasi leggera che ci illustra le peculiarità del locale e le sue strambe regole. Si parla di un amore finito a causa della scarsa comunicazione di coppia, di una malattia che ha reso marito e moglie come estranei, di famiglia.
La caffetteria rappresenta un po' il mondo esterno dove si intrecciano le vite di tante persone diverse legate però dagli stessi sentimenti. La vita non è facile e spesso scorre davanti ai nostri occhi troppo in fretta. Tendiamo a dare per scontate le cose più belle e preziose e quando le perdiamo è come se perdessimo noi stessi. Quelli che vogliono tornare indietro nel tempo lo fanno per ritrovare ciò che hanno perso, per capire che direzione prendere nelle loro vite, per "aggiustare" se stessi. Il presente non possono cambiarlo, ma possono cambiare il modo in cui affrontare le loro vite e quello che accadrà loro di lì in poi. Può sembrare sciocco o senza senso, eppure scommetto che tutti noi custodiamo un attimo delle nostre vite che vorremmo rivivere anche per pochi minuti.
È difficile per me rendere giustizia all'opera di Kawaguchi perché ci ho letto tanto di me e alcune cose preferisco custodirle nella mia intimità. Come accennavo, è un libro che parte in un modo per poi farsi pian piano sempre più forte e personale. È come se scavasse nella profondità dei sentimenti umani, toccando corde molto sensibili. Io ho pianto tutte le mie lacrime per Finché il caffè è caldo. Ho pianto perché la vita a volte non è giusta, perché tutti meritiamo di essere felici e amati. Ho pianto perché, nonostante ci sia un aspetto fantastico, questo libro mi è sembrato reale e vicino. Mi ha ricordato perché mi sento legata alla letteratura giapponese e che non importa quanto siamo diversi e distanti perché i sentimenti che condividiamo sono gli stessi.
Mi sono commossa di fronte le storie di questi personaggi che, pagina dopo pagina, sono diventati quasi dei conoscenti. Se chiudo gli occhi mi immagino di entrare in questa caffetteria, piccola e accogliente, di sedermi a un tavolo qualunque per poi girarmi e incrociare la donna vestita di bianco. È come se sentissi il ticchettio degli orologi e l'aroma di caffè. È una lettura molto evocativa che fa leva sulla sensibilità e l'emozione. Ho poi apprezzato molto la rappresentazione femminile e la scelta dell'autore di renderle protagoniste indiscusse del romanzo. Rappresentano tutte un aspetto di ciò che può significare essere donna dalla voglia di indipendenza e affermazione al lavoro, al lato più protettivo e materno. Tutte, a modo loro, hanno saputo farsi forza e trovare la loro strada. Le loro storie mi hanno ispirata sinceramente e sono convinta che sapranno comunicare anche a voi la voglia di vivere nonostante i dolori della vita.
Interessantissimo! Me lo segno! Grazie del consiglio
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