La storia è ambientata in un'epoca non ben definita in cui convivono umani e umanoidi, prodotti nei minimi dettagli anche a immagine di persone reali e con i loro ricordi. Maki ha perso da sette anni una persona molto cara, Ren, e un giorno un collega gli fa dono di un umanoide molto simile al suo ex compagno. Pare che Arata sia stato creato usando i ricordi di Ren oltre che il suo aspetto. Fra i due si instaura da subito un legame forte, dovuto all'imprinting dell'umanoide che lo costringe a essere attratto, anche sessualmente, da Maki. La loro relazione è solo questo o c'è un legame vero e profondo?
Da subito Maki manifesta una certa avversione per Arata in primis perché si tratta di un umanoide e poi la sua somiglianza con Ren fa riaffiorare spiacevoli ricordi. Fra Maki e Ren c'era stata una storia ma, come scopriremo poco alla volta, non priva di difficoltà, incomprensioni e tradimenti. Per sette anni Maki si è portato dentro sentimenti forti e contrastanti che riverserà in maniera violenta sul povero Arata. Noi lo vediamo come un semplice ragazzo, fisicamente nulla fa intuire il suo "non essere umano" eppure Maki è così che lo tratta: non ha a cuore i sentimenti del ragazzo, per lui è un semplice giocattolo e lo usa in maniera spietata. È crudele e manipolatore, si approfitta della lealtà dell'umanoide per abusare anche sessualmente di lui. Con il tempo però Maki si renderà conto del suo comportamento e cercherà in qualche modo di rimediare. C'è una vera e propria evoluzione nel rapporto fra i due uomini che parte da una situazione di abusi per sbocciare poi in una vera e propria relazione romantica. Il legame inizialmente si instaura a causa della somiglianza fra Ren e Arata, eppure i due non potrebbero essere più diversi.
La crescita del loro rapporto è abbastanza graduale, ma non ho apprezzato la passività di Arata. Capisco che si tratti di un umanoide e che sia stato progettato per ubbidire e non ribellarsi al suo "padrone", però non è accettabile una situazione del genere. Sono rimasta molto infastidita dai continui abusi e dall'accettazione di questi. Per quanto Maki abbia sofferto in passato nulla può giustificare un simile comportamento nei confronti di un ragazzo che ha l'unica colpa di assomigliare a una persona che ha ferito Maki. Purtroppo so bene che molte relazioni non sono rosa e fiori, che spesso l'amore ha un lato più oscuro fatto di possessione e violenza, però non ho apprezzato il modo in cui tutto questo è stato "giustificato". Si passa avanti troppo velocemente e senza abbastanza rimorso da parte di Maki. Come se fosse stato un semplice capriccio per cui chiedere scusa è sufficiente. Avrei preferito maggior lavoro e impegno nel pentirsi di queste sue azioni e maggior consapevolezza da parte di Arata che questo non è amore o affetto. Lui rimane decisamente troppo passivo, come se non fosse nulla di realmente grave. Mi rendo conto che non si tratta di un "vero umano" eppure sono rimasta molto ferita dalla situazione. Verso la fine la storia acquista dei toni decisamente diversi e risulta anche piacevole e tenera, ma l'episodio iniziale mi ha condizionata molto durante la lettura.
Lo stile grafico dell'autrice mi ha sorpresa molto in positivo. Ha un tratto ben deciso e "mascolino" che rende un po' più verosimili i suoi personaggi. Mi hanno colpita molto gli occhi, particolarmente espressivi e profondi. Per questo mi piacerebbe leggere altro di Ranmaru Zariya, se non sbaglio in Italia è edita anche una sua serie Boy's Love sui licantropi (Coyote). Tornando a Void, ho terminato il fumetto con sentimenti molto contrastanti. L'inizio per me non è stato piacevole, sono rimasta spiazzata dalla presenza massiccia di scene esplicite fin dall'inizio e dai continui abusi di Maki. Verso la fine la storia per me si riprende ma il passaggio dagli abusi all'amore non mi è parso molto naturale e non si è dato abbastanza rilievo alla gravità delle azioni di Maki. Arata sarà pure un umanoide, ma per me è stato comunque disumano il modo in cui è stato trattato sia a livello fisico che psicologico. Una cosa che forse poteva essere sviluppata, ma la cui mancanza a me non ha toccato, è l'aspetto sci-fi della storia. Non ci sono particolari accenni all'epoca in cui ci troviamo nel fumetto né sul modo in cui vengono creati questi umanoidi o il perché della loro esistenza. Ci sono solo vaghi accenni per ricordarci che Arata non è umano, ma non ho sofferto questa "mancanza" perché rispetto alla relazione fra i due protagonisti passa in secondo piano. Il focus non è tanto la relazione fra umano e umanoide ma fra due persone che finiscono per amarsi e sulla complessità dei sentimenti. Usare un umanoide e non una persona "vera" è stato per me un pretesto per inserire un personaggio remissivo che ricordasse al protagonista il suo passato amore per indagare il conflitto interiore di Maki. Forse sarebbe stato più interessante il confronto con un personaggio più "forte" in grado di ribellarsi e avere una volontà più sua e meno del suo "padrone". Detto questo, non sono rimasta pienamente soddisfatta dalla lettura perché mi è apparsa troppo superficiale e frettolosa nell'affrontare un tema invece molto serio e delicato.
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