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Un posto tranquillo di Matsumoto Seichō | Recensione

venerdì 23 aprile 2021


Considerato il Simenon giapponese, Matsumoto Seichō si sta facendo conoscere al pubblico italiano grazie ai suoi noir suggestivi. L'ultimo pubblicato dalla casa editrice Adelphi è Un posto tranquillo, un romanzo uscito per la prima volta in Giappone negli anni 70.

Asai, mentre è a una cena di lavoro, apprende della morte della moglie, già malata di cuore. È stata trovata in un quartiere lontano da casa che subito insospettisce il marito nonostante non ci siano dubbi riguardo le cause della sua dipartita, ovvero infarto. Questo dettaglio che per alcuni potrebbe sembrare insignificante, diventa invece per Asai un'ossessione che lo spinge a condurre una propria indagine per risolvere questo mistero.

L'uomo è convinto che la moglie avesse un amante perché fra i due mancava l'intimità tipica di una coppia. Lei era più giovane, bellissima, ma ritrosa a letto anche prima di scoprire di avere un cuore debole. Ecco quindi che Asai si mette alla ricerca di indizi e perlustra gli hotel della zona, arrivando anche a ingaggiare un investigatore privato per ottenere informazioni. Questa sua ossessione lo porterà sempre più nell'oscurità. La storia è ambientata negli anni 70 in Giappone e fornisce un chiaro spaccato delle rigide gerarchie tipiche del paese, oltre alla "malattia" del lavoro. La pressione sociale è molta così come le aspettative. Nulla può essere lasciato al caso, è necessario costruirsi una maschera in molti casi per poter sopravvivere e mantenere le apparenze. Questa forte pressione contribuisce a corrodere l'animo del nostro protagonista. Non ci troviamo davanti a un libro giallo che punta sul mistero della morte e sull'indagine per smascherare il criminale, no, qui abbiamo un percorso personale e una critica sociale a colpire il lettore. Grazie ad azioni semplici e quotidiane, Matsumoto ci riporta una fotografia fedele del Giappone del tempo con le sue affascinanti tradizioni e immancabili contraddizioni. Ci fa partecipi del dramma di un uomo non spinto tanto dall'amore per la donna perduta quanto dal senso di dovere e dall'orgoglio. Insieme all'autore sbirciamo le dinamiche interne del lavoro di Asai, dove è più che mai essenziale rispettare il proprio ruolo, ma anche non accontentarsi e trovare il modo di far carriera.

Le aspettative sociali e le apparenze sono al centro di Un posto tranquillo che mi ha colpita proprio per la sua critica al lavoro e alla società. Ho apprezzato molto questa "indagine" interna che ci ha portati a smascherare un lato oscuro dell'essere umano. La secondo metà del romanzo l'ho trovata avvincente sotto questo punto di vista, ma non del tutto imprevedibile. Se siete alla ricerca di un giallo allora rimarrete delusi, perché qui siamo di fronte a un noir a tutti gli effetti. C'è mistero, c'è oscurità, ma non con la stessa tensione di un romanzo criminale. Se in precedenza avete letto e amato Matsumoto Seichō per la sua scrittura penso proprio che apprezzerete anche questa sua opera. A me non è dispiaciuta, anche se tendo a preferirlo in una veste più da giallista come nel caso di Tokyo Express e Come sabbia tra le dita.


Un posto tranquillo, Matsumoto Seichō

Adelphi | €18,00
3/5 

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